E. Bach tra Scienza e Fede

Una scelta moderna

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di Daniela Iacchelli tratto dal Libro “I Fiori di Bach” Accademia Centaurea (Ed. Impronte di Luce)

Molti momenti della vita di E. Bach ce lo mostrano come un uomo dal percorso umano e scientifico profondamente inserito nelle sfide del suo tempo. Alcune delle sue crisi biografiche aiutano ognuno di noi a riconoscersi nei suoi stessi dilemmi e nella stessa necessità di compiere scelte che appartengono ad una profonda evoluzione della coscienza umana, in questa epoca in cui fede e scienza stanno nuovamente incontrandosi dopo secoli di scissione e conflitto.

All’età di 20 anni, Bach decise di lasciare il lavoro nella fonderia del padre, seguendo in questo modo un’intuizione che aveva già avuto nell’adolescenza: sentiva che la sua vera vocazione era di dedicarsi ad alleviare le sofferenze umane.

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Scrive la sua biografa, Nora Weeks : … Bach era sempre più deciso a trovare un metodo di cura semplice per liberare la mente e curare il corpo anche dai mali definiti cronici e incurabili.

Nel profondo di se stesso egli però pensava che questo tipo di guarigione dovesse in realtà appartenere più alla Chiesa che al mondo medico, dato che era stato  Cristo, il Grande Guaritore, a curare corpi,menti ed anime: per questo fu a lungo indeciso su quale professione intraprendere.*

*Nora Weeks  “La vita e le scoperte di Edward Bach“ – Cap. 2 (Ed. Guna)

Iscriversi alla facoltà di Medicina e attingere alle risorse della Scienza materialistica negando l’anima dell’uomo o dedicarsi alla pratica spirituale ignorando tutte le conquiste della medicina? Questo fu il bivio a cui stazionò quel ragazzo nel 1906. Lo stesso in cui si trovano ancora oggi  tanti futuri medici, psicologi e operatori nel campo della salute.

All’inizio del XX secolo, il mondo accademico-scientifico era totalmente dedito ad una ricerca di stampo materialistico e si gloriava di sempre nuovi successi nello sconfiggere malattie fino ad allora incurabili. Questo mondo aveva gradualmente ridotto la visione dell’essere umano fino ad ignorarne l’origine spirituale, considerarlo frutto del caso e della selezione naturale e a concepire il corpo come l’unica origine e sede dei processi fisici e psichici. Anche Freud, con la sua Psicanalisi, costruiva modelli per la psiche e il comportamento umano svincolati dall’essenza spirituale ed animica dell’uomo.

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La Chiesa, dal canto suo, restava immobile nei suoi dogmi di inconoscibilità di Dio e dei misteri dell’universo.

Condannava il peccato di superbia e presunzione dei ricercatori che volevano camminare con le forze del proprio pensiero sul sentiero della conoscenza.

La Fede manteneva l’uomo collegato alla sua origine divina ma in una posizione di separatezza e totale sottomissione della ragione. Solo la Grazia, tramite la Preghiera e i Sacramenti, poteva essere invocata dall’uomo per alleviare le malattie e i disagi dell’anima.

 Allora, come oggi, chiunque desiderasse dedicarsi alla cura delle sofferenze umane doveva scegliere tra una di queste vie.

Ma Bach aveva dimostrato fin da bambino di possedere un’anima spontaneamente religiosa e allo stesso tempo interessata alla conoscenza. Sentiva quindi nel cuore l’unità tra Dio e le sue creature e, allo stesso tempo, nella sua anima razionale il desiderio di coltivare la ricerca scientifica.

Si convinse che la soluzione non era scegliere una delle due vie a discapito dell’altra, ma  conquistarsi una terza via che le avrebbe comprese entrambe.

Rimase profondamente fedele ai suoi riferimenti spirituali e si iscrisse alla facoltà di Medicina per poter studiare tutti i metodi di cura allora conosciuti e accreditati.

In questo possiamo vedere la modernità della sua scelta: accogliere con gratitudine lo sforzo dell’anima razionale dell’uomo che avanza nelle sue conquiste scientifiche e poi ampliare il pensiero ed il metodo scientifico con le intuizioni e le percezioni spirituali.

Nel suo libro Guarisci te stesso Bach scrive: … comprendiamo bene come anche la medicina dovrà stare al passo coi tempi e sostituire le proprie metodologie improntate ad un grossolano materialismo con altre tipiche di una scienza fondata sulla Verità e governata dalle stesse Leggi divine che regolano la nostra natura. La guarigione passerà quindi da metodologie puramente fisiche per curare il corpo all’adozione di metodi spirituali e psichici…*

E. Bach “Tutte le opere-Guarisci te stesso “  – Cap. 6  – (Ed. Macro)

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I Rimedi Floreali di Bach

Il percorso di Bach continuerà a tappe progressive dalla medicina allopatica, all’omeopatia e infine alla sua nuova forma di cura che chiamiamo Floriterapia.

In tutta la sua ricerca, Bach mantenne sempre fede a due direttive essenziali: raggiungere il massimo di semplicità e ricordare che il vero Guaritore è il Cristo.

Semplicità.  Per un medico di grande calibro come fu Bach, l’intenzione di semplificare il suo approccio alla cura delle malattie non corrispondeva certamente a ignoranza delle conoscenze mediche né ad un atteggiamento semplicistico come spesso oggi si può essere tentati di credere quando si fa uso dei suoi Rimedi Floreali.

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Per Bach semplificare equivaleva a rinunciare alla presunzione del pensiero intellettuale che crede di poter conoscere la realtà svincolandosi completamente dal mondo soprasensibile e barricandosi dietro una presunta oggettività scientifica che altro non è che la separazione dall’Unità originaria. Semplificare significa avere una profonda fiducia nell’operare del mondo divino dietro le quinte del mondo della materia sensibile.  Credere che esista un ordine sapiente e sacro che regola la Vita a tutti i suoi livelli nella Natura e nell’Uomo e che si possa guarire la propria vita solo ricollegandosi intuitivamente a quella sapienza. La via per semplificare non è, per l’uomo moderno, né facile né immediata poiché siamo tutti afferrati dalla prepotenza del nostro sistema mentale e razionale. Bach indica come via per giungere ai suoi risultati la Meditazione e la Calma interiore.

Cristo, il Guaritore.  Per la tradizione esoterica cristiana, il Cristo è sì una guida e un Maestro spirituale per l’umanità, ma ha una precisa peculiarità rispetto alle altre grandi guide come il Buddha e altri. Non fa parte di quella schiera di uomini illuminati dal contatto diretto col Divino, ma è il Divino stesso che si è fatto uomo.

Un Essere spirituale e  creatore che si immerge totalmente nel suo creato: entra in un corpo umano e opera nel mondo terreno per trasformare in positivo ciò che ancora vive nell’errore. Per questa tradizione Cristo è quindi l’archetipo dell’Io Spirituale umano portatore di un progetto evolutivo a cui ogni anima è chiamata a conformarsi.

Agire sui vizi che ammalano l’anima usando i Rimedi Floreali, significava per Bach trasformare in positivo le interferenze negative che ci impediscono di aderire, nella nostra condotta, ai dettami del nostro Io Superiore. Sappiamo che Bach accolse le conoscenze della tradizione esoterica cristiana. Fu sempre convinto che le forze spirituali del Cristo fossero le più importanti alleate dell’Io umano nel processo di cura e guarigione e arrivò a considerare i Rimedi presi dalla natura come dei veri e propri sacramenti.

Questo fu il suo modo di raggiungere una sintesi che ricomponeva la scissione tra ricerca scientifica e fede.